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hiudere il cerchio aiuta il cervello a rimettere in ordine i pensieri. Il mio blog sta diventando una sorta di amico cui confidare gli eventi della settimana dando un senso alla mia esistenza. Ora provo ad utilizzare i fogli per immaginare il futuro prossimo e tentare di affrontarlo con la giusta modalità. Intravedo una settimana tignosa e le possibilità sono essenzialmente due: sfruttare la rabbia accumulata durante il weekend per imporre il mio volere oppure tutelare in qualche modo la mia salute e scegliere di addomesticare il fato. Vi anticipo che scriverne qui spinge verso la seconda soluzione, poi come sempre tutto dipende dal piede che poggi in terra appena sveglio. Faccio molta fatica a lasciare le beghe familiari oltre la porta di casa. Non sono Gandhi e seppur in costante meditazione, l’ambiente di lavoro è di quelli che pungono sempre sul vivo. Generalmente quando hai giramenti di scatole tuoi, spunta la magagna. Ho ben chiara la mia tattica che di certo non gioverà al mio fegato ma consente di svuotarmi del marcio. Da qualche parte devo pur scaricare. L’ufficio è il luogo giusto dal momento che non intacco rapporti umani consolidati e nella peggiore delle ipotesi, sarò trasferito. Insomma, si presenta un Lunedì all’insegna del chissenefotte, io voglio l’ultima parola. Da tempo immemore non mi è più concesso parlare di un futuro lontano oltre i due giorni per cui questo articolo funge solo da sprone a non mollare, domani né mai. Ho pensieri fissi che non mi abbandonano né potrebbe essere diversamente e l’unica medicina consiste nel lasciare piccoli spazi nel cervello in modo da farci entrare aliti di positività e benessere. A tal proposito, vado a meditare.
