Tag: Scrivere

Buoni e cattivi

N

on è ancora tempo per le pagelle del primo trimestre ma questo Marzo abbasserà decisamente la media. Era nell’aria. Due mesi molto produttivi e funzionali all’umore sono forse troppa manna, per cui è doveroso frenare e darsi una regolata. Il passaggio alla nuova stagione mi regalerà quell’ora di luce che, almeno fino a Giugno, dovrebbe garantirmi il principale rifugio contro le giornate no. E in questo senso Marzo non può non essere ricordato. Sulla lavagna dei cattivi di questo mese metto sicuramente il mio istinto infantile, la mia anima reazionaria che fa a pugni con una condotta del tutto contraria, l’eterna inconsapevolezza della mia natura di uomo sensibile, disponibile, facile all’empatia. Non ce la faccio, amici miei, non riesco ad ammettere chi sono perché troppo impegnato ad imporre un’immagine che mi fa più comodo. E così la minaccia del “io mi tiro fuori”, il giorno dopo si trasforma magicamente in partecipazione impegnata e sentita. Vammi a capire. Il bel lavoro di inizio anno si è miseramente disperso in un buco in più nella cintura ed un’occhiaia più marcata. Nella colonna dei buoni metto tutto quanto è nelle mie possibilità per vivere la quotidianità con il minimo disagio per il cuore. Dalla meditazione, alle riflessioni mattutine ad alta voce in auto mentre vado in stazione, passando per le sgambate, la preghiera, la forza mentale. Questa è la vita, direte voi, è tutto normale. Avete ragione. E allora nella colonna dei buoni metto anche la mia voglia di strapparmi un sorriso, attraverso la scrittura e la condivisione con uno qualsiasi di voi. Quanto potrebbe aiutarmi e aiutarvi? Grazie dell’ascolto. Spero di poter alzare la media negli ultimi giorni di Marzo. 

L’ultima parola

C

hiudere il cerchio aiuta il cervello a rimettere in ordine i pensieri. Il mio blog sta diventando una sorta di amico cui confidare gli eventi della settimana dando un senso alla mia esistenza. Ora provo ad utilizzare i fogli per immaginare il futuro prossimo e tentare di affrontarlo con la giusta modalità. Intravedo una settimana tignosa e le possibilità sono essenzialmente due: sfruttare la rabbia accumulata durante il weekend per imporre il mio volere oppure tutelare in qualche modo la mia salute e scegliere di addomesticare il fato. Vi anticipo che scriverne qui spinge verso la seconda soluzione, poi come sempre tutto dipende dal piede che poggi in terra appena sveglio. Faccio molta fatica a lasciare le beghe familiari oltre la porta di casa. Non sono Gandhi e seppur in costante meditazione, l’ambiente di lavoro è di quelli che pungono sempre sul vivo. Generalmente quando hai giramenti di scatole tuoi, spunta la magagna. Ho ben chiara la mia tattica che di certo non gioverà al mio fegato ma consente di svuotarmi del marcio. Da qualche parte devo pur scaricare. L’ufficio è il luogo giusto dal momento che non intacco rapporti umani consolidati e nella peggiore delle ipotesi, sarò trasferito. Insomma, si presenta un Lunedì all’insegna del chissenefotte, io voglio l’ultima parola. Da tempo immemore non mi è più concesso parlare di un futuro lontano oltre i due giorni per cui questo articolo funge solo da sprone a non mollare, domani né mai. Ho pensieri fissi che non mi abbandonano né potrebbe essere diversamente e l’unica medicina consiste nel lasciare piccoli spazi nel cervello in modo da farci entrare aliti di positività e benessere. A tal proposito, vado a meditare.