Tag: Vita

Excusatio non petita

E

ssere orsi e orchi non è un peccato mortale, figuriamoci quando la misantropia è preterintenzionale. Vallo a spiegare. Sarebbe bello ritenersi importanti al punto di credere che il mondo si aspetti una spiegazione di come ti comporti. In verità lo siamo per qualcuno e chi vuole andare a fondo magari soffre all’idea di leggere certe cose, pensieri, esternazioni. Magari lo faccio preoccupare. Che ne so. Anzi lo so, e lo so bene che per uscire dalla prigione ho bisogno di uno bravo, non si scappa. Puoi avere mille amici che ti spronano, ascoltare migliaia di parole di conforto ma non cambierà nulla. C’è bisogno di un terzo “neutro” a cui puoi dire tutto. Io so bene dove sta il problema: si chiama insoddisfazione che porta demotivazione. Mettiamoci questo mio ritrovato volermi bene, al punto di strafare di pesi e pedalate. Sto costruendo la corazza esterna per compensare il deficit interiore e per ora mi illudo di stare meglio. A sprazzi mi chiedo come mai non riesco a trovare il tempo per le persone. Il cervello mi dice che sono fortunato più di quanto credo, ma non mi applico per godere di ciò che merito. Sono troppo indaffarato a riempire le giornate di abitudini, più o meno belle. Ho tempo, ne ho quanto voglio per fare una curva, saltare oltre il muro dei miei schemi mentali. Poi mi lascio sopraffare dai pensieri negativi, le preoccupazioni reali che sembrano delegittimarmi dal ruolo di uomo normale. E’ come aspettassi qualcosa, un tempo giusto, la condizione principe per dire: “Ragazzi, ragazze, ora posso” Non è un articolo di giustificazioni ma il mio modo personale per raccontare il disagio di chi sta pagando la lontananza dalla realtà. E’ semplice da capire ma anche impossibile senza una totale empatia.  Bene (anzi male), ora lascio riposare i pensieri.

Un abbozzo di sorriso

I

o sono il miglior rifugio per me stesso. Parte dalla consapevolezza il mio post del Venerdì sera e sapete, ho bisogno come il pane di credere nelle mie possibilità. Un’altra settimana pesante, spesso avvilente, avvolta dal solito velo di malinconia, preoccupazione e quel tanto che basta di depressione. Siccome non voglio infilare il coltello nella piaga ma utilizzare le parole per farmi (e farvi) sorridere, lascio spazio ad una cosa bella. Sono riuscito a fare una scaletta delle priorità, accettando consapevolmente di rinunciare agli strani obblighi cui mi sottopongo per dare spazio ai bisogni principali. Meditare è uno di questi e al momento rappresenta il culmine emotivo della giornata. Lo spirito e poi il corpo, ovvero i pesi, lo sforzo immane fino a gemere. Ora mi serve questo. Non importa se trascuro tutto il resto, persone comprese. I sentimenti prevalenti in questa settimana sono stati l’invidia e l’indifferenza. Come possono convivere rispetto ad un unico soggetto? Si può essere gelosi al punto da trasformare il sentimento in totale disinteresse? Io credo di sì. In questi giorni non mi sto avventurando nelle stradine tortuose dei problemi relazionali: quando il vuoto esistenziale “riempie” le mie giornate, mi rendo conto di essere il miglior rifugio di me stesso. Provo anche rabbia, ma la lascio in fondo al sacco. E’ morbida, contenuta, elaborata, fino ad evolversi in rassegnazione. Aggiungo un “quanto basta” di sfiducia. Amici lettori, non ci riesco. Avrei tanto voluto concentrarmi solo sulle cose belle ma sono troppo stupido per riuscire a goderne, isolando lo schifo. So che voi mi capirete e già questo, mi restituisce un abbozzo di sorriso.