Aggrappato a te

C

iao mamma, quando ho la fortuna di potermi concedere un po’ di svago, mi assale sempre una grande nostalgia, da non confondere con la tristezza di fondo che abita ogni minuto il mio cuore. Se potessimo ritrovarci al tavolo della cucina, finirei con i soliti racconti lamentosi che hai sempre raccolto con pazienza. Non era la possibilità di andare lontano a curarmi e forse non siamo mai riusciti a capire cosa fosse ma ora, una ragione la trovo per forza. Davanti alla tua foto provo a riunire le idee confuse e capisco che nulla è davvero cambiato. Forse, mamma, non sono capace di essere felice. Togliamo il forse, dai. Ho visto (finalmente) Napoli, sai? Quando ho la possibilità di guardare con gli occhi la bellezza del mondo, capisco bene i tuoi messaggi di incoraggiamento a vivere la vita, a goderne per quanto possibile. Allora, inevitabilmente, la mente corre a ciò cui hai dovuto rinunciare, quasi sempre in silenzio, con dignità e consapevolezza. Ed io, invece, a non trovare mai pace, nel bene e nel male. Te l’ho raccontato stamattina, ti ho rassicurato che sono sempre lo stesso perché non si cambia la natura. Non voglio rattristare te e chi ancora trova la pazienza di leggermi. Sono stato bene in questi ultimi giorni. Mi sono stancato a camminare, ho mangiato molto (forse troppo) e fatto tante foto. Papà si preoccupava sempre di chiedermi come stavo, timoroso di sentirmi arrabbiato o nervoso come capita spesso quando sono in giro. A dire il vero capita sempre! E’ la vita, mamma, questa vita che sta cambiando. Il mondo che hai lasciato tu sta prendendo strane direzioni in cui mi riconosco sempre meno. Mi tengo aggrappato a te così da non sentirmi più solo di quanto già non sia. Un abbraccio.

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