La volpe e l’uva

C

iao mamma, camminare di questi tempi mi fa più bene del solito. Serve a non pensare a questa vita che mi ha abituato a continui tornanti, senza mai vedere la cima. Mentre percorro il viale alberato che porta a casa tua, si sprecano i pensieri. Il cielo è grigio, pesante, umido. Non si direbbe che è arrivata l’estate se non fosse per gli alberi dalla chioma folta e mal curata e per i calzoncini, tornati prepotentemente in auge. Dopo averti raccontato le ultime novità, mi sono di nuovo messo in cammino; qualche goccia di pioggia non mi avrebbe fermato ma, di prepotenza, il sole è tornato a comandare. L’ultimo tratto verso casa è stato abbastanza faticoso per il mio fisico ormai entrato nel tunnel del riposo. Niente sforzi mamma, niente bici. Non sono triste per questo motivo perché già da tempo mi lamentavo di non trovarci più lo stimolo di una volta. Faccio come la volpe con l’uva? Forse. Tutti mi dicono che sono forte e non lo so ma supererò anche questa. Si ma intanto? Intanto domani sono 8 mesi che ci hai lasciato. Non si contano le tue lezioni da allora, i modi incredibili con cui ti fai sentire e ci fai sentire la presenza in questo matto mondo. Da te ho ereditato la forza, tenuta per troppo tempo nascosta sotto una coperta di sicurezza e protezione. Ora tocca a me ma non permetteresti mai di lasciarmi in balia delle onde, ne sono certo. Supererò anche questa, mamma. Non ho paura del futuro, non mi lamento del presente ma è ormai evidente che non posso permettermi distrazioni. È semplicemente un’altra vita: senza te ma con te. Ieri sera sono tornato a sentire G. sai? Con lei è più facile parlarti, renderti partecipe delle mie giornate. Tornerà ad essere la nostra buona abitudine, perché tu sei viva e il tempo non conta. 

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