La stessa strada

M

amma, non avrei voluto darti questa notizia ma oggi se n’è andato un altro pezzo di te, un altro pezzo di noi. Usare troppe parole non avrebbe molto senso perché, in certi momenti è il senso di vuoto a dire tutto. Di nuovo la lama che trafigge il cuore, il pianto e poi, i ricordi. Ti parlo della sorella che fino agli ultimi giorni reclamavi di chiamare, di quella sorella che non ha mai saputo che te n’eri andata e forse è stato meglio così. Ed è giusto che ora non lo sappia tu. Sarebbe stato troppo dolore per essere accettato. Oggi il tempo inesorabile si è portato via un bagaglio di ricordi bellissimi delle mie (nostre) vacanze al mare, quando l’attesa di rivederci permeava le nostre anime giovani. Quante ne avete viste tu e la zia. Non ci credo. Mi ha fatto bene piangere perché era troppo tempo che mi chiedevo se mi fossi trasformato in una macchina. La morte pensa sempre a mettere tutto in ordine. Certi legami fanno giri immensi in vita e poi prendono la stessa strada. Così è stato per voi, unite anche negli ultimi mesi delle vostre esistenze, impegnate a combattere ma, alla fine, decise ad andarsene in fretta, senza troppi fronzoli. Come ti ho detto, mamma, non ho molte parole da spendere ma un grande senso di impotenza, il vuoto dentro che mi accompagna da mesi ed oggi è tornato a bussare alla mia coscienza ormai intasata di emozioni. Non c’è pace quaggiù, cara mamma. Non c’è pace e ti chiedo ancora di darci una mano, proseguendo idealmente quel cammino di positività ed amore per la vita che è stato il tuo modo di essere da sempre. Ti voglio bene mamma, ti voglio bene zia Franca.

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