È
finito un weekend che ha preso una strada del tutto diversa da quella immaginata. Come se avessi ancora bisogno di capire che nulla è certo e l’intoppo va affrontato con calma e razionalità. R. si è meravigliato del fatto che io non abbia preso troppo a male dover rinunciare alla gita a Milano attesa ormai da due mesi abbondanti. In fondo mi è andata di lusso, viste le condizioni psicologiche non proprio favorevoli alla socializzazione. Ne ho approfittato per un paio di sedute in palestra: ho i muscoli troppo tesi e lo sforzo si fa sentire. La rinuncia al viaggio ha improvvisamente “liberato” la Domenica e quindi la sgambata settimanale. Il cielo non era dei migliori stamattina e ho placidamente abdicato in favore di qualche lavoro casalingo. Non saprei, forse se non mi fossi preso un giorno di ferie per domani, sarei uscito. Le mie condizioni fisiche non sono eccelse ma sempre meglio di quelle psicologiche. Pertanto, se tutto va bene, domani approfitterò di un insolito Lunedì sui pedali. D’obbligo non pretendere, seguire le sensazioni sulla bici, essere contento anche solo di venti chilometri. In questo frangente, se mi facessi prendere dallo sconforto, sono certo che abbandonerei pure lei. Nell’arco di una stessa giornata attraverso stati d’animo variegati, senza mai toccare punte estreme in positivo o negativo. Però, amici, ho perso molto smalto, almeno per quanto concerne la capacità di mascherare tutto, facendo buon viso a cattivo gioco. Anche sui social noto di essere molto meno presente (ed è un bene) e altrettanto poco visualizzato o apprezzato in termini di like. Temo che una buona parte di persone si sia stufata di post dal tono monocorde. Però in questo senso, chissenefotte! La notte al momento è un bel rifugio.
